martedì 3 novembre 2015

#69 - Caro diario


(Natale 1984, fattoria)

24 dicembre 1984

Caro diario,
è Natale e sono venuti mia sorella e mio fratello. Ho fatto una scommessa con il mio nipote di 6 anni. L'altro è troppo piccolo e piange sempre. Non mi diverto a giocare insieme a lui. Mio nipote dice che Babbo Natale esiste, ma io non ci credo più. Io sono grande, ho 10 anni. L'ho portato nella camera di papà. Il mio di papà. Lui lo chiama nonno. Abbiamo guardato sotto il letto, ma non c'erano i regali. La mamma ci ha scoperto e ha detto di andare a giocare in cucina. Mio nipote non smetteva di prendermi in giro. Si è messo a saltare urlando Babbo Natale esiste, Babbo Natale esiste, Babbo Natale esiste. Ero arrabbiato e sono uscito fuori. Ho visto una cosa strana. Un uomo tutto vestito di nero parlava con mio fratello quando ho ascoltato il rumore di uno sparo. Sembrava il rumore del fucile di papà. L'uomo è caduto per terra. Papà e mio fratello lo hanno portato nel granaio e sono subito tornati in casa. Hanno detto che voleva fare del male a Babbo Natale. Adesso è tutto a posto. Avremo tutti i nostri regali. Adesso lo so che Babbo Natale esiste, ho perso la scommessa.

25 dicembre 1984

Caro diario,
dopo pranzo ho giocato a palle di neve con il mio nipote di 6 anni. È una schiappa perché si fa  colpire sempre. Poi si è messo a piangere e mia sorella lo ha portato in casa. Era arrabbiata con me perché dice che prende freddo e poi si ammala. Sono rimasto fuori a giocare e poi sono andato nel granaio. La porta era sbarrata, ma sapevo come entrare. A me basta pensare di essere in un posto e subito mi trovo lì. Mamma dice che non lo devo fare perché è pericoloso. Anche papà non vuole. Se lo scopre mi picchia con la cinghia. Nel granaio c'era il corpo dell'uomo tutto vestito di nero. Sono grande ormai, lo so che non stava dormendo. Poi è arrivato un mostro tutto vestito di bianco. Aveva la testa di un cane e il corpo di un uomo. Ha lasciato un biglietto sul corpo e lo ha fatto sparire in un lampo. Un altro lampo e non c'era più neanche il mostro. Ecco perché adesso metto il ciondolo nella capsula del tempo. Quella nessun mostro può aprirla. Dicono che era di mia madre, la mia prima madre, ma non me la ricordo più. Adesso devo andare, mamma mi chiama.